Il divorzio è una delle cause di scioglimento del matrimonio. L’altra è evidentemente la morte del coniuge.
Nel linguaggio comune usiamo la parola divorzio per intendere:
- Sia lo scioglimento del matrimonio – in caso di matrimonio civile
- Sia la cessazione degli effetti civili del matrimonio – in caso di matrimonio religioso (concordatario).
Il divorzio è stato introdotto in Italia con la legge 898/1970, poi modificata nel 1987 e più di recente nel 2015 con l’introduzione del DIVORZIO BREVE.
Cosa significa divorzio breve?
Con divorzio breve si intende il tempo che deve essere trascorso dalla separazione per poter chiedere il divorzio.
Perché breve?
Perché prima si poteva divorziare solo trascorsi 3 anni dalla separazione.
Come mai?
Si trattava di una impostazione del legislatore dovuta al significato che veniva attribuito alla separazione. La separazione serviva ai coniugi per ponderare attentamente la decisione di divorziare e quindi sciogliere definitivamente il matrimonio. Si pensava cioè che questo tempo sarebbe servito alle parti per poter arrivare o al ricongiungimento oppure, in caso negativo, al divorzio.
Negli anni si è visto che in realtà una volta ottenuta la separazione, le coppie che divorziavano erano nettamente di più di quelle che si ricongiungevano (il ricongiungimento è un caso molto raro).
Per questo la separazione ha perso in parte il suo significato originario, riducendosi moltissimo nei tempi.
Oggi i tempi sono questi:
- 6 mesi se c’è stata la separazione consensuale
- 12 mesi se c’è stata separazione giudiziale
I termini decorrono dalla data di comparizione innanzi il Tribunale.
Se vi siete separati con negoziazione assistita allora 6 mesi dall’accordo.
In ogni caso la domanda può essere presentata, come nel caso della separazione, da entrambi i coniugi che abbiano trovato un accordo sul divorzio, oppure anche da uno solo di questi con ricorso al Tribunale. Esiste poi una terza modalità che è quella della negoziazione assistita.